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Tuttosport- I nuovi “talent scout” di giovani italiani

La Giovane Italia

Con il termine talent scout si definisce un collaboratore di una società sportiva, il quale segue le partite degli altri team per osservare ed individuare dei nuovi giocatori dotati.

I talent scout di oggi possono essere identificati anche con l’espressione italiana “cacciatore di talenti”.Questa definizione si avvicina di più a quella degli “head hunting”, i famosi cacciatori di teste,  che selezionano i curricula delle migliori professionalità utili alle imprese.

Oggi, grazie a Paolo Ghisoni, giornalista di Sky Sport dal 2003, questa particolare definizione si è arricchita di un’altra sfumatura in quanto la “caccia” è rivolta alla ricerca di giovani talenti italiani.

E infatti Ghisoni ha ideato il progetto chiamato propio  “La Giovane Italia”. Come si legge sul Tuttosport di oggi, il cinquantaduenne giornalista spiega che «Tutto è iniziato nel 2011 con un libro per promuovere i giovani italiani. Da lì, un susseguirsi di prodotti editoriali, il sito, il format televisivo su Sky fino al più recente database digitale dove sono presenti relazioni e contenuti di calciatori dei campionati giovanili e del calcio femminile. Tra le finalità del progetto c’è anche quella di reinclusione sociale di coloro che non ce l’hanno fatta. I nostri dati dicono che circa 140 profili di giovani che sono passati nelle Nazionali Under (dai classe 1992 ai 2000), attualmente non fanno i calciatori di professione».

Anche le relazioni sui calciatori si rifanno al criterio dei cacciatori di teste che sono anche quelle utilizzate nell’ ATP e WTA del tennis.

Infatti, precisa Ghisoni, “oltre a dettagliare i dati anagrafici, il club, il piede di calcio e il posizionamento in campo; il calciatore/calciatrice vie-ne descritto in altre voci. Caratteristiche tecniche, fisiche, profilo psicologico, dicono di lui (considerazioni di addetti ai lavori che lo hanno co- nosciuto da vicino). Inoltre viene specificato chi ci ricorda (a chi assomiglia il giocatore), note personali (breve curriculum del ragazzo). Tutto questo impreziosito dal “ranking” e dal “bonus malus”. 

Molto importnate per valutare in todo un potenziale talento, è la formazione scolastica: “È fondamentale. Cultura e capacità di linguaggio fanno presumere che ci possa essere qualche cosa in più in un calciatore rispetto alla media. Questo tipo di calciatori
con gli allenatori di nuova generazione hanno un li- vello di ingaggio facilitato da un punto di vista della dialettica. L’allenatore moderno dai suoi calciatori vuole il “cervello sempre accesso”.

Aggiungerei che l’aspetto culturale per un giovane di prospettiva, ha un valore ancora più importante. Non tutti riescono e, chi “fallisce”, deve poter avere un “paracadute” a cui aggrapparsi per entrare nel mondo del lavoro da un’altra porta di ingresso. Una porta che può essere meno spettacolare ma altrettanto dignitosa. In fondo il calcio è solo un gioco e come tale dovrebbe essere interpretato da tutti.

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