Il lunedì del Napoli – Questione di testa e questione di naso, tra una Lasagna quasi indigesta ed un bianconero da “matare”
Il lunedì del Napoli: dall’infortunio di Ospina all’esultanza di Milik e Mertens passando per il rito di Ancelotti in panchina
Un pomeriggio a tinte azzurre per la domenica del San Paolo, con un Napoli-Udinese carica di aspettative nel tifo di casa ancor di più dopo l’inusuale sconfitta della Juventus nel lunch match contro il Genoa. Archiviati i fasti d’Europa e del sorteggio con un Arsenal che risveglia paure ed emozioni, è tempo di rigettarsi in un campionato che cerca costantemente nuovi stimoli e conferme, in 90 minuti tutt’altro che tranquilli ed ordinari.
T come TESTA. Questione di testa, questione di Ospina. E’ il 5′ di gioco quando il portierone azzurro si scontra con un irrefrenabile Pussetto e si accascia al suolo dolorante con un taglio all’altezza della fronte. Un capannino di giocatori intorno a lui, i sanitari che si apprestano per le cure del caso e l’espressione di Piotr Zielinski degna del migliore trailer di un film splatter: “C’è sangue, sangue sul viso”. Qualche minuto per la vistosa medicazione e qualche rassicurazione dal giocatore, in evidente stato confusionale. Resta in campo, stringe i denti, con Meret che velocizza il riscaldamento, già pronto per esser chiamato in causa. I minuti scorrono, il Napoli vince 2-0. Poi il pari dell’Udinese con Lasagna e Fofana che risuona forte come il peggior bollettino medico: Ospina non è reattivo. Ma il fulmine a ciel già poco sereno arriva al 41′ quando l’estremo difensore improvvisamente si accascia a terra. Il San Paolo si gela, è zitto come non mai. C’è immensa preoccupazione. Questa volta Meret si toglie la tuta ed è pronto. Ospina va via in ambulanza ed il peggio, per fortuna, è scongiurato. La fortuna di avere la testa dura, insomma.
L come Le Gomme di Ancelotti. L’orologio di Mazzarri, le sigarette di Sarri e le gomme di Ancelotti. Marchi distintivi e firme d’autore degli allenatori all’ombra del Vesuvio, coperte di Linus nei momenti più complessi della gestione delle gare. Il Carletto nazionale alle sue gomme è affezionato, seconde solo al sopracciglio inarcato. In base alla curva dello stesso ed alla quantità di chewin-gum ingeriti contemporaneamente, si può capire che momento stia affrontando la sua squadra. Una, due, tre, quattro e via a masticare nervosamente tra una palla persa a centrocampo ed un blackout in difesa. Contro l’Udinese, a metà primo tempo si è persino perso il conto di quante gomme abbia preso in un sol colpo. E quando il pacchetto sta per finire già prima di rientrare negli spogliatoi e l’angolo del sopracciglio si è inarcato a dismisura, iniziate a scappare: l’allarme è rosso.
B come Bianconero da “matare”. Che sia quello della Juve, quello dell’Udinese o di qualsiasi altra squadra, il ciuccio quando vede bianconero ha la stessa reazione furiosa di quando il toro vede rosso. Sa che deve colpire, matare, concentrarsi. Sa anche che non sarà gara facile, scontata (come sempre… ndr) e che deve restare sul pezzo per muovere la classifica e conquistare l’intera posta in palio. Ci è riuscito, non senza difficoltà ma strappando gli applausi soddisfatti e sinceri di un San Paolo che, analizzando il bicchiere più che pieno, si è goduto una domenica di buon calcio e tante reti.
L come Lasagna (quasi) indigesta. Cinque reti in campionato, il Napoli tra le sue vittime preferite, la carica di chi sa ciò che vuole dando fastidio ai difensori avversari e sa perfettamente come farlo. La domenica è il suo giorno e non potrebbe esser altrimenti dato il cognome: la Lasagna di Kevin stava per rimanere quasi indigesta agli azzurri, almeno prima che il Napoli decidesse di digerirla e di passare subito al dolce ordinando altri due babà, per la precisione.
M come Milik. Un avvio gara quasi sbiadito per l’attaccante del Napoli, servito poco (e male) dai compagni e che non ha trova vere occasioni da gol. Al 56′ un urlo scuote il San Paolo tra i suoi tifosi più caldi: “Milik non ha toccato palla fino ad ora!” e come nei migliori dei film d’azione, ecco che l’Arek nazionale zittisce ancora una volta tutti. Ben 15 gol in campionato e tanti sorrisi. Perchè anche quando non si vede, Milik c’è. E segna sempre.
N come Naso. Questione di testa e questione di naso ma soprattutto di amici. Il primo è uno scugnizzo, nato forse per caso a Lovanio perchè in realtà nel suo sangue scorre da sempre l’azzurro partenopeo. L’altro è più posato, razionale, silenzioso, quasi timido. Sorriso contagioso in un metro e settanta quasi di schiettezza ed altruismo, Dries sa come farsi volere bene da tutti: dispensa gol, assist e giocate da urlo ma soprattutto, esultanze da Oscar. Ultima, ma solo cronologicamente, quella del “naso rubato” ad Arek Milik in occasione della rete contro il Salisburgo, con il solito post sui social da applausi: “Quindi hai naso per i gol, eh? Posso prenderlo in prestito?” con tanta autoironia per la rete cercata dal belga ma che mancava da troppo. In Napoli-Udinese, il polacco ha ricambiato il favore: gran gol del 14 azzurro e questa volta è proprio il suo il naso rubato, per un gruppo, quello del Napoli, che si conferma unico e vincente non solo in campo ma anche fuori. Ad maiora, ragazzi.
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