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Coronavirus: calcio diviso tra incoscienza e senso di responsabilità

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Dai festeggiamenti del PSG alla tosse “finta” di Diego Costa, passando per il prudente Klopp: incoscienza e rispetto delle regole ai tempi del coronavirus

Il coronavirus si è abbattuto anche sul mondo del calcio. Dopo il caso di positività di Daniele Rugani della Juventus, continuano a giungere notizie di altri giocatori contagiati. E fa discutere l’atteggiamento ambiguo tenuto finora dall’intero movimento, che spesso ha rasentato l’incoscienza.

Spesso si tende a pensare che il calcio sia un mondo a parte, con i suoi protagonisti adorati e idolatrati come fossero delle divinità. Invece l’emergenza sanitaria di questi tempi sta dimostrando che anche gli atleti sono degli esseri umani. Quindi andrebbero tutelati.

Le diatribe di queste settimane e le indecisioni sulla sospensione di campionati e competizioni internazionali fanno sorgere tanti dubbi. Per un po’ di tempo, sembrava davvero che dirigenti e vertici di società, UEFA e FIFA pensassero di essere parte di un’altra realtà. Magari immuni dalla pandemia.

Invece prima Rugani, poi Gabbiadini, poi giocatori di altri campionati hanno fatto capire che il coronavirus c’è, eccome, e può essere rischioso anche per i calciatori.

Infatti ora stiamo assistendo alla chiusura delle varie competizioni europee. E finalmente sono slittate anche Champions ed Europa League.

Ma attenzione perché forse anche i protagonisti in campo hanno manifestato un pizzico d’incoscienza. Soprattutto in comportamenti che, in piena allerta sanitaria, sono stati tutt’altro che prudenti.

Abbracci ed esultanze fuori luogo: l’inconsapevole imprudenza dei calciatori

Nel sottolineare la vicinanza a tutti gli atleti del calcio che sono risultati positivi al coronavirus, non si può non notare che forse qualcuno ha sottovalutato in passato il problema.

È sotto gli occhi di tutti l’esultanza della Juventus dopo la vittoria sull’Inter per 2-0. Dapprima abbracci in campo, poi foto di gruppo, tutti uniti e felici negli spogliatoi. Ed ora, dopo la positività di Rugani, è scattata la quarantena.

Ma fa discutere anche ciò che è accaduto a Parigi tra mercoledì e giovedì sera. Dopo aver eliminato il Borussia Dortmund, i giocatori del Paris Saint-Germain non sono riusciti a trattenere la propria gioia.

Prima i festeggiamenti in campo, e poi l’abbraccio collettivo dal davanzale del Parco dei Principi con numerosi tifosi assembrati in strada. E Kurzawa ha fatto di più: si è lanciato tra la folla come se in Francia e nel resto del mondo non stesse accadendo nulla.

C’è però un’altra faccia della medaglia. L’Atalanta ha compiuto una storica impresa nel qualificarsi ai quarti di finale di Champions League. Nonostante ciò, a Valencia i ragazzi di Gasperini hanno palesato con attenzione la propria felicità.

Allo stesso modo, i tifosi bergamaschi hanno ascoltato l’appello del club e delle istituzioni. Hanno evitato di affollarsi all’aeroporto di Orio al Serio per salutare i propri beniamini. Ci sarà tempo e modo per festeggiare quando il Covid-19 sarà sconfitto.

Klopp e Diego Costa: due esempi opposti ad Anfield Road

Incoscienza e responsabilità si sono addirittura incrociate nello stesso stadio ad Anfield Road. Durante Liverpool-Atletico Madrid, il tecnico dei Reds Klopp ha dato un grande esempio di prevenzione. Dapprima ha invitato i tifosi a non chiedergli di “dargli il cinque”. Subito dopo ha salutato il collega Simeone dandogli il “gomito” e non la mano.

Al termine del match, sul fronte opposto, si è verificato il gesto infelice di Diego Costa. L’attaccante dell’Atletico Madrid, prima di lasciare lo stadio, ha tossito per finta sui giornalisti. Inutile dire che si è trattato di uno “scherzo” non solo di cattivo gusto, ma anche pericoloso di questi tempi.

Insomma, il mondo del calcio fino a questo momento non è stato così unito nell’adottare i comportamenti fondamentali per tutelarsi dal rischio contagio. A questo punto, è necessario comprendere che nessuno è immune dal pericolo di contrarre la malattia, e bisogna essere un po’ più prudenti e…responsabili.

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