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Il tragico caso di una napoletana: “Mia madre ha ricevuto il tampone solo dopo il decesso, si sarebbe potuta salvare”

Un tragico caso a Napoli: Arianna Esposito, figlia di commercianti di Via Salvator Rosa a Napoli, spiega di aver ricevuto in maniera non tempestiva aiuti sanitari per due casi di CoVid-19

Un tragico caso a Napoli: Arianna Esposito, figlia di commercianti di Via Salvator Rosa a Napoli, spiega di aver ricevuto in maniera non tempestiva aiuti sanitari per due casi di CoVid-19. Spiega che la madre ĆØ deceduta e il padre ĆØ in terapia intensiva. Ma, nel corso di una lunga intervista, spiega che la madre avrebbe potuto salvarsi

“Una madre deceduta, un padre in terapia intensiva, un bimbo di 15 mesi chiuso in casa. E ancora nessuno ĆØ venuto a farci un tampone”: comincia cosƬ la lunga intervista di Arianna Esposito. La ragazza denuncia: “A mia madre il tampone l’hanno fatto dopo che ĆØ morta”.

La giornalista spiega la storia di Arianna, la figlia di due commercianti storici di Via Salvator RosaĀ spiegando che entrambi hanno iniziato a mostrare i primi sintomi del Coronavirus nello stesso periodo. Viene sottolineato come la famiglia Esposito sia una famiglia riservata, ma che di fronte ad un episodio molto grave ĆØ stata necessaria la denuncia.

E’ stato tutto cosƬ veloce. CosƬ surreale per noi. Ci siamo recati in ospedale il giorno 17. Pur componendo i numeri verdi, ci veniva spiegato che dovevamo consultarci solo col medico curante. PerĆ² nessuno ci dava una risposta e la febbre di mio padre con tosse annessa peggiorava. Per questo abbiamo deciso di portarlo in ospedale. PapĆ  aveva la febbre a 38.5, mentre mia madre aveva una febbre piĆ¹ alta: aveva 39.”

Per prima cosa avete pensato a paracetamolo, tachipirina? “Come prima cosa abbiamo somministrato la tachipirina 1000, nonostante la febbre fosse comparsa almeno un paio di giorni prima. A mia madre e mio padre vengono presi i parametri: febbre, saturazione e il battito cardiaco. Mentre sono in attesa, perĆ², mia madre sviene. Aveva la febbre a 39.8, e poi ĆØ svenuta.

Una dottoressa misura nuovamente la temperatura ed era scesa a 36.8, mio marito ricorda che nel “tendone” (il “pre-triage” dove c’erano i casi sospetti di CoVid) avevano detto che la temperatura era 39.8 e chiedevamo di fare il tampone. Qui ha atteso circa 2 ore l’arrivo dei medici.

Appena arrivata, unaĀ dottoressa rispose che mia madre non aveva i parametri per poter ricevere il tampone. Mia madre ĆØ stata dimessa con urgenza “di colore giallo. Quando riescono ad arrivare vengono misurati nuovamente i parametri. Mio padre aveva una saturazione effettivamente molto bassa.”

Nonostante la rilevazione dei parametri desti preoccupazione: i genitori tornano a casa. Da quel momento inizia l’autoisolamento volontario. Il 19 Marzo arriva il triste verdetto: il Signor Giuseppe ĆØ positivo al CoVid-19. Gli operatori sanitari del 118 lo trasportano all’Ospedale del Mare, dove prima viene intubato e poi trasferito in terapia intensiva.

Ho ricevuto la telefonata dall’Ospedale, spiegandomi che mio padre aveva bisogno del ricovero e ci spiegavano in quale struttura poteva essere portato. Nel frattempo chiedo, molto gentilmente, se potessero prendere la saturazione anche a mia madre poichĆ© presentava gli stessi sintomi, tra cui febbre alta, molto piĆ¹ di mio padre. GiĆ  da diversi giorni.”

La Signora Anna continuava ad avere difficoltĆ  respiratorie e febbre molto molto alta. Per cui la figlia Arianna chiama nuovamente il 118, chiedendone l’intervento.

Mi hanno chiamato la sera, dalla rianimazione dell’Ospedale del Mare, poichĆ© avevo lasciato il mio recapito telefonico, e parlano con me. Mi hanno immediatamente comunicato che mio padre era stato messo in terapia intensiva ed era stato subito intubato, poichĆ© le condizioni erano abbastanza delicate.

Io chiedo cosa potessi fare, poichƩ mia madre presentava gli stessi sintomi di mio padre e aveva la febbre molto alta: variava da 38.5 a 39.9. Spiego anche che la saturazione, misurata nel pomeriggio, era di circa 84/86. Loro mi chiedono se mia madre fosse un soggetto giƠ affetto da patologie e spiego che mia madre era un soggetto sanissimo non affetto da alcuna patologia.

Loro mi consigliano di chiamare il 118 e spiegare quale fosse la situazione e cosa mi consigliavano. Vengono di nuovo a casa e prendono di nuovo i parametri, misurando saturazione e temperatura. La saturazione, in quel momento, mi dissero, era di 99, e per questo mi spiegarono che era buona. La temperatura era alta, questa volta superava i 39. Mi dicono che oltre la tachipirina avrei dovuto fare una siringa di Bentelan (cortisone, ndr).

Non solo isolamento domiciliare, visto che Arianna ĆØ madre di un bimbo di 15 mesi. La famiglia ĆØ assistita da sorveglianza attiva del 118 e viene chiesto alla signora Arianna di somministrare personalmente una siringa di Bentelan alla madre.

Loro mi dissero piĆ¹ o meno come dovessi fare. Ma non avevo mai fatto una cosa del genere. Non sapevo neanche come si facesse. “

La mattina del 24 Marzo, alle 9.30, la Signora Anna sta male. La figlia Arianna passa un’intera giornata con una dottoressa ed alcuni operatori.

Mia madre mi voleva spiegare e mi diceva che aveva un senso di soffocamento. Aveva una stretta alla gola quando tossiva. Io la vedevo molto assente. Perdeva di luciditĆ . Gli operatori del 118 si preoccupano di fare una sola domanda: chiedono a mio marito, mia madre quanti anni avesse. Mio marito risponde che ha 55 anni. L’operatore si chiedeva come mai una signora di 55 anni non riuscisse a respirare. Arriviamo alle 13 circa e gli operatori dicono di voler parlare con mia madre.

Passiamo il telefono e la dottoressa chiede se riuscisse ad aspettare perchƩ la situazione degli ospedali era drammatica. Ci spiegano che nel frattempo, potevamo tamponare con una bombola di ossigeno prescritta dal medico curante. Dovevamo improvvisarci medici, nonostante lo avessimo fatto per diverso tempo, poichƩ nessuno veniva in nostro soccorso. CosƬ decidiamo di chiamare nuovamente il 118.

Finalmente con l’ultima chiamata, dissero che ci avrebbero mandato un’ambulanza il prima possibile, non appena fossero disponibili.”

Ma soltanto nel pomeriggio un’ambulanza preleva di casa la Signora Anna. Questa sarĆ  l’ultima volta in cui Arianna potrĆ  vedere sua madre.

“Arrivano qui intorno alle 17 e per prima cosa prendono la saturazione. Mia mamma aveva 55 di saturazione. Loro ci guardarono con una faccia molto piĆ¹ che dispiaciuta. Ci chiesero scusa perchĆ© pensavano di poterle togliere del tempo in favore di altre persone. Io, ovviamente, in quel frangente non sapevo cosa dire. Chiesi solo con quale criterio loro avessero abbandonato una famiglia piĆ¹ volte nell’arco di una giornata, spiegando che si trattava solo di problemi respiratori.

Senza neanche venire a fare il men che minimo controllo. Se si trattava solo di paura o se dovessero comportarsi effettivamente cosƬ. Alla fine, passati 10 minuti, mia madre viene portata via su di una sedia con la bombola di ossigeno attaccata. Mia madre si vergognava anche di scendere come era conciata. Quella ĆØ stata l’ultima volta che l’ho vista. L’hanno portata all’Ospedale del Mare, da cui ci chiamano intorno alle 18.

Ci hanno spiegato che mia madre si fosse molto aggravata durante il tragitto in ambulanza. Era molto peggiorata, arrivata giĆ  in arresto cardiaco. Ci hanno spiegato che provavano, invano, a farla riprendere da circa un’ora e mezza. Ma probabilmente l’esito sarebbe stato negativo.”

Chiaramente ci si ĆØ scontrati con quelli che sono i problemi della sanitĆ  Nazionale e Regionale. Nel tuo caso specifico del sistema sanitario campano. Si parla anche di negligenze.

Io credo che mia madre si sarebbe potuta salvare. Chi mi dice che mia madre non si sarebbe potuta salvare. Forse, a quest’ ora, poteva anche stare in terapia intensiva, perĆ² non sarebbe deceduta. Non ha potuto avere un funerale. Noi fratelli non possiamo stare vicini neanche per abbracciarci.”

Il problema sarĆ  comunicarlo a papĆ , quando si sveglierĆ .
Quella sarĆ  la cosa piĆ¹ tragica. Mia madre e mio padre erano legatissimi. Stavano sempre insieme. Facevano tutto insieme. Mai stati separati. Si amavano veramente tanto. Mio padre una notizia del genere non so come possa prenderla. Purtroppo mia madre il tampone lo ha avuto dopo il decesso. Noi che siamo in casa, ancora oggi, con un padre in terapia intensiva, con una madre deceduta e un bimbo di 15 mesi chiuso in casa, ancora nessuno ĆØ venuto a farci il tampone. Non voglio in alcun modo denigrare gli ospedali. In questo difficile momento stanno facendo tutto il possibile per tenere in vita mio padre. Se io sono positiva posso trasmetterlo anche a mio marito e mio figlio. Se a me dovesse accadere quello che ĆØ accaduto a mia madre e non mi salvano in tempo, mio figlio che fine farĆ …?”

 

 

 

Di seguito il video:

https://youtu.be/sJ7NOF7OS98

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