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Taglio stipendi, è braccio di ferro: club in pressing, ma l’AIC punta sullo smart-working

La questione del taglio stipendi dei giocatori è ancora in alto mare: l’AIC si appella agli allenamenti da casa

Il confronto tra società e Associazione Italiana Calciatori sul taglio stipendi si sta facendo sempre più serrato. Entrambe le parti, anche se vorrebbero evitare di adire le vie legali, ad oggi risultano piuttosto distanti.

I club del massimo campionato starebbero facendo pressione affinché si possa arrivare finalmente ad un accordo nella prossima settimana. E pare siano pronti a far leva sulle ultime dichiarazioni dell’avvocato Massimo Zaccheo.

L’esperto di diritto societario dell’Università La Sapienza ha avuto modo di parlare in videoconferenza con i vari club. In questo frangente, ha rassicurato i suoi interlocutori sul diritto di operare il taglio stipendi da 2 a 4 mensilità.

Il legale ha affermato che i datori di lavoro hanno tutto il diritto di non versare gli emolumenti ai tesserati in questo periodo. Infatti lo stop agli allenamenti e alle partite è stato sancito da un decreto del Governo. Ovviamente si tratta della sospensione della stagione agonistica 2019/2020 per l’emergenza coronavirus.

Dunque, sussiste una “impossibilità oggettiva” nel consentire agli atleti di giocare che proviene da un “ordine dell’autorità”. Questo caso particolare non rientra nella “sfera di controllo del debitore” e in sede legale non gli può essere imputato. Di conseguenza, per l’avvocato Zaccheo non vi è alcun obbligo di pagare.

L’Associazione Italiana Calciatori però non è d’accordo con questa posizione. Quindi la trattativa sembra ancora lontana da una risoluzione.

L’AIC ricorda che i giocatori si stanno regolarmente allenando a casa

L’Associazione Italiana Calciatori pare abbia già respinto al mittente la posizione dei club di Serie A e le affermazioni dell’avvocato Zaccheo.

Infatti, l’organismo guidato da Damiano Tommasi ha evidenziato che lo stop assoluto agli allenamenti è arrivato soltanto il 4 aprile. Inoltre ha aggiunto un altro dettaglio.

In questo lasso di tempo, i calciatori non sono rimasti completamente fermi. Infatti hanno continuato ad allenarsi regolarmente dalle loro residenze in virtù dell’isolamento domiciliare disposto dal Governo per le norme anti-contagio da coronavirus.

Per questo motivo, i protagonisti della Serie A starebbero svolgendo una sorta di smart-working. Questo sarebbe confermato dalle tabelle di lavoro stilate dai vari allenatori.

Di fronte a questo botta e risposta, probabilmente è necessario fare ricorso al buonsenso per raggiungere un compromesso. Tuttavia, allo stato attuale delle cose, sembra che l’unica strada percorribile sia quella degli accordi interni tra ogni club e i rispettivi tesserati. Come ha già fatto la Juventus qualche giorno fa.

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