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Guerriglia a Napoli: clan, estrema destra e ultras dietro l’organizzazione degli scontri

Guerriglia nel centro di Napoli.

La guerriglia a Napoli scatenatasi dopo l’annuncio del lockdown da parte di De Luca ha avuto una regia “criminale”

La notte del 23-24 ottobre è stata teatro di scontri e vandalismi. Questi sono sfociati in una vera e propria guerriglia a Napoli. Come riporta FanPage, non si tratterebbe delle escandescenze estemporanee di cittadini comuni. Dietro questa violenza si nasconderebbero frange criminali partenopee.

Dunque non c’entrano nulla gli onesti commercianti ormai esasperati dalla crisi economica causata dall’emergenza coronavirus. Tutto sarebbe stato pianificato in anticipo tra i clan del centro storico napoletano.

Dal Pallonetto alla Pignasecca, passando per i Quartieri, si sarebbero accordati per scatenare la guerriglia a Napoli. Le comunicazioni sarebbero circolate tramite chat e applicazioni di messaggistica istantanea.

Una situazione simile si era già verificata durante il primo lockdown. In quella circostanza, la criminalità si era preparata per andare all’assalto dei supermercati.

Quanto accaduto nelle scorse ore sarebbe, dunque, una tetra evoluzione di una strategia criminale. Una maggiore capacità di organizzazione affinata tramite l’utilizzo della tecnologia.

Anche gli ultras al centro della protesta vandalica

Tra i manifestanti è stato riconosciuto Giorgio Mascitelli. Questi è il figlio di Bruno Mascitelli, boss dell’omonimo clan camorristico.

Inoltre, sembra che accanto alla criminalità organizzata siano scesi in piazza anche gli ultras. Questi ultimi ne avrebbero approfittato per scatenare la propria rabbia violenta dopo i fatti di Juventus-Napoli.

Inoltre ci sarebbe un’altra situazione poco piacevole. Molti commercianti che erano riusciti a liberarsi dal controllo della camorra, sarebbero rientrati nei ranghi. Tutto ciò per ovviare alla crisi economica di questi mesi.

Ad alimentare la protesta ci avrebbero pensato anche esponenti dell’estrema destra. Questi ultimi, d’altronde, da quando è iniziata la pandemia spesso hanno tentato di fomentare l’ira dei cittadini.

Le forze dell’ordine non sono riuscite a prevedere quest’ondata violenta. Gli investigatori non sono ancora in possesso della tecnologia necessaria per intercettare in anticipo scambi di messaggi pericolosi.

 

 

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