Calaiò: “Nel mio Napoli si sudava la maglia. Adesso mancano i leader: servono calciatori come Reina Hamsik ed Albiol…”
Calaiò: “Nel mio Napoli si sudava la maglia. Adesso mancano i leader: servono calciatori come Reina Hamsik ed Albiol…”
Calaiò: “Nel mio Napoli si sudava la maglia. Adesso mancano i leader: servono calciatori come Reina Hamsik ed Albiol…”
Dopo il 3-3 del Mapei contro il Sassuolo, il Napoli si appresta ad affrontare al Diego Armando Maradona il Bologna di Sinisa Mihajlovic.
E lo fa con il morale a pezzi. Il problema stavolta non è rappresentato dal risultato, ma da come sia arrivato il pareggio allo scadere e dalle ingenuità commesse durante il match contro i neroverdi.
L’ex attaccante del Napoli Emanuele Calaiò prova a spiegare ai microfoni di ‘Un sogno nel cuore’ (1 Station Radio) le ragioni dei tanti punti persi in modo ingenuo nel corso della stagione:
“Mertens è ritornato al gol contro il Benevento. Con il Sassuolo era un po’ spento, ma dopo un lungo infortunio ci sta. Sempre meglio averlo in campo piuttosto che in infermeria. Purtroppo al Napoli è mancata lucidità.
Se passi in vantaggio al 90’, dopo una partita in cui hai rischiato seriamente di perdere, una grande squadra porta i 3 punti a casa. Manolas non può fare quel fallo al 93’, ma non si può perdere nemmeno una palla da rimessa laterale come fatto da Di Lorenzo e Bakayoko.
I calciatori non sbagliano di proposito, ma dovrebbero ricordarsi che senza Champions sarebbe una stagione fallimentare. Invece mi sembrano tutti poco lucidi. Poi mancano calciatori di esperienza, leader veri, come lo erano Reina, Hamsik ed Albiol. Insigne è il capitano per tanti motivi, ma non di certo perché è un leader caratteriale. Anzi, è un ragazzo molto sensibile.
Anche Gattuso ha commesso i suoi errori, nessuno è scevro da sbagli e responsabilità in questa stagione. Anche la società e colpevole, così come i calciatori che vengono pagati profumatamente e puntualmente, e non devono permettersi questi cali di concentrazione. Se Maksimovic commette quegli orrori in difesa, come possiamo incolpare Rino?
Menomale che c’è Zielinski in questo Napoli, che è uno dei pochi, insieme a Lozano ed Insigne, che porta avanti la baracca. Ma proprio Piotr è lo specchio di questo squadra: un talento troppo discontinuo. Per le sue doti potrebbe giocare tranquillamente nel Real Madrid o nel Manchester City.
Nel mio Napoli facevamo di tutto per la maglia, nonostante partimmo dai campi di Serie C come Gela. Noi eravamo attaccati alla maglia, la sudavamo e ci impegnavamo sempre gettando il cuore oltre l’ostacolo. Chi non lo faceva, veniva messo fisicamente al muro. Al Napoli di oggi manca proprio questo. Non c’è attaccamento alla maglia e non c’è gente come, alla mia epoca, erano Iezzo e Montervino che a muso duro negli spogliatoi risolvevamo i problemi”.
Poi chiude: “Bisogna rifondare la squadra e mandare via quei calciatori che, stando da troppi anni, hanno perso stimoli. Tifosi? Mancano ovunque, ma quelli napoletani sono unici al mondo per passione. Quando scendevo in campo al San Paolo, anche in Serie C, vedevi spalti gremiti e tifosi che erano davvero il dodicesimo uomo. Non c’era bisogno di riscaldarsi grazie a tutta l’adrenalina che ti trasmettevano”.