ESCLUSIVA casanapoli.net-Il virologo Pregliasco: “la variante indiana è in Italia, prepariamoci”.
Il virologo Pregliasco sulla variante indiana: attenzione, è in Italia
Per il virologo Fabrizio Pregliasco aleggia l’ipotesi dei primi casi di variante indiana in Italia e all’ombra del Vesuvio in particolare. La notizia rimbalza come un fulmine improvviso proprio mentre le attività commerciali, le scuole, la vita sociale, sono alle prese con una ripartenza lenta e faticosa. Fiato sospeso in città perché, il rischio, è che l’ennesima variante Covid, già rilevata in 17 Paesi e conosciuta scientificamente come B.1. 617, fermi di nuovo le lancette verso la libertà. Due i casi sospetti attualmente sottoposti a controlli incrociati da tre laboratori: Cotugno, Istituto Zooprofilattico di Portici e Tigem.
Si prospetta un film già visto, ma sempre più angosciante, temuto da molti virologi e che ha come titolo “la quarta ondata”.
Si sbiadiscono i colori di quella ripresa agognata, reclamata, sventolata come un vessillo di speranza e di irriducibilità. Barcolla quel cauto ottimismo basato più sulla speranza che sui numeri. Ancora troppo alti i numeri che contrassegnano i contagiati, i ricoverati, i morti. E mentre si moltiplicano i centri vaccinali e le silenziose file in attesa della somministrazione, la corsa contro il tempo si imbatte nell’ennesimo ostacolo: la variante indiana.
Una buona e una brutta notizia per i cittadini
“Le varianti ci sono e ci saranno, – Afferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano – non ci sorprendono perché ce le aspettavamo. Ogni volta che il virus non riuscirà più a contagiare troverà nuove varianti. Per quest’ ultima la notizia buona e che il vaccino Pfizer si è dimostrato efficace, sia pure con delle parziali perdite“.
Quella inglese, la brasiliana, l’africana , ancora scozzese, poi indiana: quando finirà questo macabro valzer mondiale delle varianti?
“Si tratta di variazioni plurime, tredici mutazioni di cui tre, in particolare, che sono mutazioni già presenti nella variante brasiliana e in quella californiana, con caratteristiche che vanno a confermare questa maggiore contagiosità. Ma è evidente che se l’India si trova in quella situazione è anche dovuto ad una gestione terrificante della sanità pubblica. Questo aspetto sta facendo debordare la situazione perché accoppiato ad una variante così contagiosa e pervasiva“.
Mentre in quasi tutta Italia le misure precauzionali si abbassano a zona gialla, basterà inibire l’ingresso a chi è stato in India, negli ultimi 14 giorni, per evitare che questo nuovo ceppo si estenda anche da noi?
“Stanno già emergendo situazioni nel Lazio con un bel po’ di casi – secca la previsione di Pregliasco, come una sentenza – dobbiamo aspettarci, nel breve, un’importante presentazione di questa evenienza”.
Si poteva immaginare all’inizio della pandemia, che dopo oltre un anno, saremmo stati ancora a contare i positivi, le varianti, i sintomi gravi e a discutere quando aprire scuole e negozi?
“Abbiamo capito che il virus ha un ampia capacità di sfuggire proprio legata al fatto che la gran parte dei casi risulta non controllabile. Questo ne facilita la diffusione. Noi con il lockdown ce lo siamo cercato questo problema, ma in senso positivo. Dopo il primo blocco, quello più duro, sono poi arrivati quelli che potremmo definire lockdown ‘a colori’, che non avevano come obiettivo di arrivare al tracciamento dei casi o allo spegnimento dell’epidemia. Lo scopo, in quei casi, era soltanto una mitigazione del fenomeno e la riduzione della velocità dei contagi”.
C’erano alternative?
“Le alternative sarebbero state quelle che abbiamo visto attuare a Boris Johnson della prima ora nel Regno Unito, che aveva detto lasciamo correre, o quello che stiamo vedendo in questi giorni proprio in India. Ma poi c’è da raccoglierne i pezzi. Noi, invece, ci siamo trascinati nel tempo la questione, e fortunatamente pare che riusciremo ad avere più velocemente dell’atteso la quantità di vaccini necessaria”.
Quindi ha già prenotato le vacanze?
“No” E ride
Ma ci andrà in vacanza?
“Penso di sì, per qualche giorno...”
Si può sapere dove?
“In Trentino, in un posto sconosciuto“
giornalista pubblicista