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No, adesso è troppo facile salire sul carro di Giuntoli: ma Anguissa è solo la ciliegina sulla torta

Troppo spesso criticato, con l’ arrivo di Anguissa tutti ad omaggiarlo: ma Giuntoli ha anche altri meriti insieme allo scouting azzurro.

No, adesso è troppo facile salire sul carro di Giuntoli: ma Anguissa è solo la ciliegina sulla torta.

E’ alla sua settima stagione dietro alla scrivania azzurra, Cristiano Giuntoli, nelle ultime giornate sta avendo elogi a destra e a manca per un’ operazione di mercato chiusa quasi sul gong: Frank Anguissa.

Tante, troppe critiche ha dovuto subire il dirigente fiorentino da alcune stagione a questa parte ed oggi sembra troppo facile salire sul suo carro del vincitore. Sì, proprio così, Giuntoli è il vincitore ma non per l’ arrivo del camerunense in sè, ma per come ha portato avanti la trattativa con il Fulham e per anche altre trattative portate avanti con lo scouting azzurro.

Perchè su Anguissa tutti potrebbero obiettare che la paternità dell’ affare è di Maurizio Micheli, 007 partenopeo, che aveva inserito nel database napoletano il nome di questo armadio africano nel 2015 (all’arrivo di Giuntoli, ndr). Ma è Giuntoli che ha chiuso una trattativa lampo a condizioni favorevoli: prestito oneroso (500mila euro) con  possibilità di riscatto a 15 milioni. Un prezzo di saldo insomma.

Giuntoli, l’ “incapacità” e le frizioni con ADL.

L’ ex Carpi è stato sempre indicato dai soliti sapientoni come il male del Napoli, come “quello che faceva bruciare” il capitale sociale. Come se poi la resa di certi elementi, o meglio la non resa, fosse colpa sua. Come non è colpa sua l’ impatto negativo avuto da alcuni tecnici passati da queste parti.

Giuntoli, arrivato dal Carpi, dove aveva tutto nelle proprie mani, contribuendo alla promozione dalla C alla A degli emiliani, a Napoli ha dovuto fare i conti con una realtà diversa e con un datore di lavoro di certo non facile. Le reali o presunte frizioni con ADL sono stato il cavallo di battaglia di certi media che hanno denigrato il lavoro del ds.

Giuntoli è stato bravo a piazzare diversi esuberi e a portare plus valenze nelle casse azzurre: l’ esempio sono le cessioni di Inglese e Grassi al Parma.

Il direttore è stato bravo a puntare su Ounas, preso a 10 milioni di euro o a chiudere l’ affare Politano in prestito biennale con riscatto a 20 milioni.

Ma anche gli affari Lobotka e Demme, volendo, non sono stati poi così male, basta avere un allenatore che sappia valorizzarli in fondo. E Rrahamani? Ne vogliamo parlare?

Qualche “bidone”, è innegabile, lo abbia preso anche lui: mi viene in mente Verdi dal Bologna (saputo comunque vendere bene al Torino).

Inoltre il buon Cristiano è anche uomo che lega molto con gli allenatori, facendo da arbitro tra campo e dirigenza. Basti pensare alla situazione Sarri che sembrava potesse lasciare dopo appena un anno.

Insomma, Giuntoli si sta prendendo i meritati complimenti e poi l’ accoppiata con il conterraneo Spalletti promette senza dubbio fuochi d’ artificio.